mercoledì 30 maggio 2007

Catastrofe planetaria n.3

Lo scioglimento delle calotte polari (con il conseguente innalzamento del livello degli oceani) oltre che a causare devastazioni epocali, danni materiali e perdite spirituali (vedi la fine che farà Venezia), avrà anche un'altra conseguenza a dir poco catastrofica: verrà messa in serio pericolo l'attività di affitto pedalò dei "Bagni Lella" di Rimini.

L'ennesimo allarme per i danni causati dall'uso sconsiderato di combustibili fossili è giunto durante i lavori il convegno "Catastrofi, Emergenze e Inondazioni riempiono le pagine dei giornali: una soluzione innovativa per aumentare le vendite di quotidiani sportivi", organizzato dalla Gazzetta dello Sport, il Corriere dello Sport, Tuttosport e Tutto lo Stadio.

A porre l'attenzione sul problema-pedalò è intervenuta la sig.ra Raffaella Ciencioni, intestataria (quale prestanome di mafiosi russi) dei "Bagni Lella", che con il suo colorito dialetto romagnolo ha spiegato come l'innalzamento del livello degli oceani impedirà l'utilizzo del pontile di attracco attualmente presente, peraltro riverniciato proprio l'anno scorso. La Ciencioni ha poi spiegato di avere il diabete, ha fatto vedere le vene varicose, ha prodotto un certificato medico in cui si afferma che l'effetto serra gli fa venire il mal di testa e i bruciori del piloro, e a un certo punto si è messa a piangere, implorando attenzione per la sua situazione difficile ed esprimendo tutto il suo amore per i pedalò, il mare, la spiaggia e le fettuccine. Il pubblico ha applaudito la magnifica sceneggiata della Ciencioni, che ha ammesso di avere preso lezioni di teatro filodrammatico, da giovane. Lancio di fiori sul palco da parte della claque.

Arrivando al sodo, la Ciencioni ha fatto sapere di aver già richiesto il riconoscimento di stato di calamità alla Regione Emilia Romagna, che ha prontamente stanziato un finanziamento a fondo perduto per i "Bagni Lella", da versarsi su un conto lussemburghese co-intestato alla Ciencioni e a tal Vassilj Dumianov detto "il macellaio di Minsk".

Gli scienziati allarmisti, alla notizia della soluzione del caso della sig.ra Ciencioni, si sono detti soddisfatti. "Come vedete", hanno spiegato, "facciamo bene a lanciare tutti questi allarmi: le catastrofi si possono prevenire, basta pensarci prima."

martedì 29 maggio 2007

Catastrofe planetaria n.2

Ennesimo grido d'allarme degli scienziati a proposito degli sconvolgimenti climatici prossimi venturi: entro il 2015 la birra Ceres in bottiglia da 33cl scomparirà dalla faccia della terra, per colpa dell'effetto serra e della crescita sconsiderata del pesce siluro nel Po.

La preoccupante notizia è stata data ieri durante i lavori del convegno "Il nuovo birrificio Heineken nel Sahel: soluzioni innovative per dissetare un mondo assetato", perché "quando c'è siccità e il deserto avanza, non c'è niente di meglio di una bella birra gelata".

Quindi, la simpatica birra in bottiglia dall'accattivante spot è destinata a scomparire, vittima del progresso sfrenato e dell'inquinamento galoppante. Alcuni giornalisti presenti al convegno hanno sollevato qualche dubbio
sull'obiettività e attendibilità scientifica di tali affermazioni: secondo loro, la Heineken aveva finanziato la ricerca solo per sputtanare la Ceres.

Per vedere come stavano veramente le cose allora hanno provato a chiedere: "Ma: come mai scomparirà proprio solo la Ceres e la Heineken no? E perché proprio solo la confezione da 33cl in bottiglia? E poi, dato che ci siamo, cosa c'entra il pesce siluro con la birra?" Ma a quel punto è intervenuto il servizio d'ordine e li ha sbattuti fuori.

Cioè, voglio dire: sei invitato a un convegno, tutto spesato, pranzo a buffet da strafogarti, hostess in minigonna che ti danno da bere, e tu ti metti pure a fare il contestatore?

Proprio vero, certa gente la gratitudine non sa neanche dove stia di casa.

lunedì 28 maggio 2007

Libro Nero n.3

Arriva nelle edicole, lontano dalle multinazionali delle librerie, svincolato dai centri di poteri economico-politico, ben distante dalle mille mafie rosse che ci governano, al riparo da ogni ricatto di qualsiasi genere, insomma, ci siamo capiti, arriva l'ultimo sconvolgente libro di Giampiero Pansa, un altro bel Libro Nero della Cosiddetta Guerra Partigiana:

QUANDO I PARTIGIANI FACEVANO LE PUZZETTE

Un'ennesimo crimine dimenticato e tenuto nascosto dalla più grande congiura della storia: criminali travestti da "patrioti" che, con la pallida scusa di liberare il paese dalle atrocità nazifasciste, si lasciavano andare a flatulenze micidiali che facevano più vittime dei bombardamenti anglo-americani e dalle fucilazioni nazifasciste messe insieme.

QUANDO I PARTIGIANI FACEVANO LE PUZZETTE

Sveglia! La guerra partigiana non è come ve l'hanno raccontata a scuola: migliaia e migliaia di odorati offesi gridano vendetta e aspettano giustizia!

QUANDO I PARTIGIANI FACEVANO LE PUZZETTE

Finalmente un muro di omertà spesso così viene rotto da giornalista che non ha paura di dire la verità, non ha paura di scoprire gli altarini, non ha paura delle minacce che riceve copiose sulla segreteria telefonica (tanto ha tolto la cassetta, e quella non registra niente), e se anche trova una testa di cavallo nel letto a lui che gli frega, dorme sul divano letto in sala, insomma: uno che non ha paura di niente!

QUANDO I PARTIGIANI FACEVANO LE PUZZETTE

Lo trovi solo in edicola! Edizioni CONTRO! Tiè! (gesto dell'ombrello ai centri di potere e agli schiavi del potere e al muro di omertà etc etc etc)

giovedì 10 maggio 2007

Catastrofe Planetaria n.1

Gli scienziati lanciano l'allarme: nel 2023 le bignole alla crema saranno scomparse dalla faccia della terra, a causa degli sconvolgimenti climatici causati dall'uomo.

Quando hanno provato a chiedere agli scienziati cosa c'entra il clima con le bignole alla crema, hanno risposto che non c'era tempo di perdersi in dettagli, e che bisognava fare qualcosa prima che fosse troppo tardi.

Uno di questi scienziati addirittura, durante una pausa alla macchinetta del caffè, ha detto sottovoce: "forse è GIA' troppo tardi". Ma poi ha fatto finta di schiarirsi la voce, e ha cambiato discorso.

Questo tanto per dare l'idea della gravità della situazione.

mercoledì 9 maggio 2007

Anidride carbonica n.4

Per risolvere il problema dell'effetto serra, di nuovo ci era venuta in aiuto l'ingegneria genetica. Ma poi, come al solito, non ha funzionato.

Uno scienziato olandese aveva inventato un gatto che si nutriva solo di anidride carbonica allo stato gassoso: a ogni respiro, invece che produrne di più lui la somatizzava entro di sé, grazie alla sua tendenza introversa a tenersi tutto dentro, ed espirava solo azoto e ossigeno (più una certa percentuale di argon, neon e altri gas inerti). Più, inspegabilmente, essenza di arbre magique alla mela verde.

Comunque: sto scienziato aveva creato il gatto in provetta mangia-ciodue. E' successo che appena tirato fuori dal matraccio il micio comicia a respirare, quindi a nutrirsi, quindi comincia subito a prendere peso, e dopo dieci minuti pesava già venti chili. E aveva il diabete.

Dopo un'ora, il gatto pesava tre quintali, aveva sfondato il tavolo del laboratorio, continuava a respirare e a ingrassare e non riusciva più a spostarsi. Avevano già chiamato i muratori per rinforzare la soletta che fra un po' cedeva e il felino obeso finiva in cantina, quando per fortuna ha fatto un infarto ed è morto. Povera bestia.

Niente, sta anidride carbonica non si trova il modo di sbolognarla via.

mercoledì 2 maggio 2007

Anidride carbonica n.3

Un'altra ideona per ridurre l'immissione dell'anidride carbonica nell'atmosfera sarebbe quella di moltiplicare l'uso della macchina per il fumo.

La macchina per il fumo è quell'aggeggio che serve per fare il fumo nelle discoteche, sui palchi dei concerti rock, etc. Siccome usa il ghiaccio secco, che è anidride carbonica allo stato solido, l'intenzione sarebbe quella di sottrarre l'anidride carbonica dall'atmosfera, congelarla, metterla nelle macchine per il fumo, e via.

Bisognerebbe rendere obbligatorio l'uso della macchina del fumo negli uffici pubblici, nelle scuole, nelle caserme, nei negozi, etc: sai lo sballo. Fra l'altro, ne trarrebbe vantaggio anche l'industria delle luci stroboscopiche e/o colorate, che danno appunto colore al fumo.

In teoria la cazzata si vede subito: quando poi uno usa una macchina per il fumo, il ghiaccio secco sublima, diventa di nuovo CO2, e allora tanto vale. Sepperò la ditta che produce queste macchine ne facesse un tot, metti un milione di pezzi, e poi rimanessero invendute, e poi rimanessero in un qualche magazzino sperso fra Carugate e Pioltello, beh, sai le tonnellate di CO2 sottratte!

(Non so come, ma continua a sapere di cazzata).

Comunque, anche se funzionasse, tanto non se ne farebbe nulla: c'è una lobby potentissima che impedisce il vero progresso, e belle idee ecologiche come questa faranno la fine di altre belle idee boicottate dal potentato demo-pluto-giudaico-capitalista delle multinazionali (vedi per esempio l'automobile che va a acqua, oppure sfruttare il movimento delle orecchie mentre si mastica un ciuingam per generare energia elettrica).

(Come si fa? Due dinamo da bicicletta al posto degli orecchini, e una batteria da trenta kg sulla schiena).